varicocèle
sm. [sec. XIX; da varice+-cele]. Condizione patologica caratterizzata da dilatazione, allungamento e tortuosità delle vene del plesso pampiniforme ( del funicolo) o del plesso venoso ovarico ( pelvico). Il varicocele del funicolo può insorgere primitivamente in soggetti giovani, di età compresa fra i 15 e i 22 anni, e si manifesta con un abbassamento dell'emiscroto interessato, con la presenza di varicosità sottocutanee visibili e con senso di peso e di dolore locali. Le cause del varicocele sono prevalentemente di natura costituzionale anche in relazione a lievi modificazioni anatomiche che possono comprimere i vasi venosi causandone la dilatazione; più raramente il varicocele è dovuto a un tumore, renale o intraddominale, che eserciti una compressione meccanica sulle vene spermatiche. In quest'ultimo caso l'unica terapia risolutiva è quella causale, mentre in tutti gli altri l'orientamento è quello di non intervenire di fronte a un varicocele semplice che non provochi disturbi, non comprometta la produzione di un liquido seminale fertile e non influisca negativamente dal punto di vista psicologico. In caso contrario si può optare per l'intervento chirurgico, che consiste nella legatura dei vasi spermatici. Il varicocele pelvico, detto anche ovarico, è quasi sempre determinato da stati congestizi degli organi genitali. Si manifesta con dolore cupo e profondo in corrispondenza della fossa iliaca, che si acutizza prima delle mestruazioni e si attenua con il flusso mestruale. La cura è sintomatica.