ukiyo
sm. giapponese (da uku, fluttuante, e yo, mondo). In ambito buddhista, il termine indicò il mondo inconsistente, effimero e in questo senso lo si ritrova frequentemente nel teatro nō. In campo artistico il termine indica la scuola di ukiyo-e, mentre in quello letterario il genere di ukiyo-zōshi. Nel sec. XVII assunse un significato nuovo e specifico e fu riferito più in particolare al mondo dei bordelli, i cosiddetti quartieri dei fiori, e, per estensione, a una certa sfera della società che frequentava appunto tale ambiente, la nuova classe borghese dei chōnin (cittadini) che aveva in pugno l'economia del Paese, ma che molto sapientemente il governo controllava rifiutando a essi tutti i diritti civili e relegandola all'ultimo rango della scala sociale.