trafilatùra

Indice

Lessico

sf. [da trafilare].

1) Procedimento di deformazione plastica a freddo che ha lo scopo di ottenere la riduzione delle dimensioni trasversali di un laminato metallico mediante il passaggio nella trafilatrice.

2) Nella foggiatura di prodotti in ceramica, in gomma e in materie plastiche, lo stesso che estrusione.

3) Nella tecnologia alimentare, sinonimo di trafilazione.

Tecnologia meccanica

La deformazione del materiale è dovuta all'azione di stiramento a freddo del materiale; si chiama coefficiente di trafilatura il rapporto tra la superficie della sezione minima del foro della filiera e quella della sezione iniziale del manufatto. Tale rapporto, sempre inferiore a 1, varia secondo la deformabilità del materiale da trafilare. La trafilatura richiede l'esecuzione di alcune operazioni preliminari aventi lo scopo di preparare il materiale al processo. La prima operazione è l'appuntitura, ossia la riduzione del diametro di un breve tratto del prodotto da trafilare, in modo che possa passare attraverso la filiera ed essere afferrato dalla pinza traente: viene realizzata con piccoli laminatoi a duo o, per i profili più grossi, con martellatrici rotanti, magli o presse. L'appuntitura può essere effettuata a caldo, con riscaldamento localizzato dell'estremità da appuntire, o a freddo. All'appuntitura segue il decapaggio per eliminare l'ossido formatosi nel processo di laminazione a caldo o in eventuali trattamenti successivi la laminazione; seguono poi un lavaggio in acqua e una neutralizzazione mediante immersione in una vasca con acqua e calce a 80-90 ºC, oppure con borace ad alta concentrazione. L'ultima operazione è la fosfatazione, che avviene sempre per immersione in un bagno costituito da soluzione di sali fosfati e può essere effettuata a 70 ºC o a 25 ºC. Questo trattamento è adottato per facilitare l'adesione del lubrificante di trafilatura e migliorare la deformabilità dei trafilati. Riguardo alle modalità operative la trafilatura a freddo può essere effettuata con lubrificazione: in questo caso il filo o la barra, prima di entrare nella filiera, passa in una scatola contenente il lubrificante costituito da miscugli di sego, olio lubrificante e potassa caustica, acidi grassi sintetici, oli vegetali o minerali. Nella trafilatura a secco si usa un sapone secco in forma di fiocchi o scaglie che consente riduzioni di sezione più elevate e maggiori velocità; nella trafilatura a umido il filo può essere immerso in un bagno di solfato di rame che serve da lubrificante: in tal caso il prodotto ottenuto ha una colorazione rossastra; se invece il prodotto da trafilare viene immerso in un bagno di stagno, che gli conferisce una colorazione bianca e lucida, si ha la trafilatura in bianco. Una volta superata una certa riduzione di diametro, l'incrudimento generato dalla trafilatura causa un notevole incremento delle forze in gioco e una notevole usura della filiera; è quindi necessario effettuare una ricottura del prodotto che ripristini le caratteristiche di elasticità e deformabilità.

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