trading company

loc. inglese (propr., società di intermediazione internazionale). Impresa specializzata nella distribuzione dei prodotti nei mercati esteri. Accanto ai consorzi export e ad altre possibili figure di importatori/esportatori, essa rappresenta uno dei più importanti canali indiretti di commercializzazione al quale le aziende produttrici ricorrono nel caso in cui non abbiano la capacità finanziaria di penetrare autonomamente nei mercati esteri, ovvero non abbiano la possibilità di realizzare accordi di collaborazione con altre aziende operanti nei Paesi di esportazione interessati. Le trading company sono a tutti gli effetti intermediari commerciali in quanto acquistano prodotti dalle aziende produttrici e provvedono in totale autonomia al loro collocamento sui mercati esteri. Esse sono generalmente di rilevanti dimensioni poiché risultano presenti in numerosi Paesi nei quali sviluppano una profonda conoscenza delle specifiche regole competitive; molto spesso, inoltre, sono parte di gruppi ancora più ampi e variegati nei quali intervengono anche aziende produttrici e istituti finanziari. I punti di forza delle trading company sono rappresentati, oltre che dalle ovvie possibilità di realizzare economie di scala e dall'elevato grado di conoscenza dei mercati esteri, dalla capacità di fornire in modo capillare una efficace assistenza dopo la vendita, dalla disponibilità di consistenti risorse finanziarie, dalla predisposizione a trattare con relativa facilità il cosiddetto countertrade (cioè la compensazione di una vendita con la cessione di un'altro tipo di prodotto).

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