trèmolo
Indiceagg. e sm. [sec. XVI; dal latino tremŭlus, da tremĕre, tremare].
1) Agg. lett., che tremola; tremolante, tremulo: il lucignolo della lucerna mandava una luce tremola.
2) Sm., ripetizione rapida di uno o più suoni da parte di una voce o di uno strumento. Può essere misurato (nel caso sia esattamente prescritto il numero delle note da ripetere) o, più spesso, libero. È un effetto particolarmente sfruttato negli archi, nei fiati, nel pianoforte. 3) In acustica, modulazione di ampiezza delle note emesse da uno strumento musicale, con frequenza di modulazione di 5-10 hertz; è caratteristico, per esempio, nell'organo e, come effetto speciale, nelle chitarre elettriche. In particolare, in elettroacustica, difetto di funzionamento dei registratori magnetici e dei giradischi, che introduce nel suono emesso in riproduzione una modulazione di frequenza di qualche decina di hertz; è dovuto a fluttuazioni periodiche della velocità di scorrimento del nastro nel caso dei registratori, della velocità di rotazione del disco nel caso del giradischi.
4) Denominazione comune di alcune specie di pesci della famiglia Torpedinidi che deriva dalla loro capacità di generare impulsi elettrici.