tannaiti

sm. pl. [sec. XX; dall'ebraico tannā 'īm, studiosi, insegnanti]. Maestri ebrei dell'epoca della Mishnāh (sec. I-III) ai quali fu affidato il compito d'insegnare l'applicazione della Legge scritta e delle norme di vita trasmesse oralmente. Il periodo dei tannaiti durò ca. 250 anni, da Hillēl sino a Yĕhūdā ha-Nāšī, il “Patriarca”, ed è diviso in 6 generazioni. Durante tutto questo periodo il processo di organizzazione e di riordinamento sistematico della vasta materia normativa del diritto ebraico subisce un'accelerazione e si avvicina, anche a causa degli avvenimenti storici e politici (la distruzione del Tempio di Gerusalemme, le persecuzioni dei Romani) alla redazione definitiva della Mishnāh, il sommario e la somma totale della Legge orale. I commenti, le interpretazioni e le decisioni legali dei tannaiti sono infatti raccolti e messi per iscritto nella Mishnāh da Yĕhūdā ha-Nāšī. I tannaiti più importanti furono: Hillēl, Yohanan ben Zakkay, Akiba, Rabbī Meir.

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