sublime
Indice
Lessico
agg. [sec. XIII; dal latino sublīmis].
1) Lett., altissimo: sublime vetta; “l'ombra / del sublime cipresso” (Foscolo).
2) Fig., eccelso, eccellente: doti sublimi; pensieri, versi sublimi; in particolare, di persona dalle qualità elevatissime, esemplari: artista sublime; spesso iperb. o scherzoso: donna di bellezza sublime; ci guardò con sublime noncuranza. Nella retorica tradizionale: stile sublime, lo stile tragico, adatto a trattare gli argomenti più elevati. In matematica, antiq.: analisi o calcolo sublime, analisi infinitesimale.
3) Con valore di sm., manifestazione di un valore estetico o etico al massimo grado e il sentimento che suscita: musica che tocca il sublime. Più specificamente, in filosofia, il senso dell'infinito in quanto fonte di emozioni e sentimenti, che sono alla base delle più alte espressioni artistiche. Si distingue dalla “bellezza”, che ha invece come oggetto il finito.
Filosofia
Fin dall'antichità la comprensione del sublime, e soprattutto la determinazione della sua specificità nei confronti delle varie forme del bello, hanno impegnato a fondo la riflessione estetica. Lo Pseudo-Longinoe Quintiliano vedono nel sublime l'espressione di un'anima grande; mentre in epoca più tarda, soprattutto con E. Burke, bello e sublime vengono esplicitamente opposti, poiché il primo è visto come fondato sul sentimento del piacere, e il secondo su quello di dolore e terrore. Un posto importantissimo ha la dottrina del sublime nella kantianaCritica del giudizio, con la distinzione, rimasta classica, tra sublime matematico e sublime dinamico; il primo nasce nello spettatore alla visione di una grandezza eccezionalmente estesa; il secondo dal manifestarsi di qualcosa di assai potente e grandioso. In ogni caso, secondo la dottrina kantiana del sublime, che ne conferma l'irriducibilità al bello, l'essenza del sublime è relativa a ciò che è grande, immenso, infinito, anche al limite del terrificante. Una più recente teorizzazione del sublime è stata data da G. Santayana, che lo ricollega al dolore e al senso di liberazione di fronte al dolore stesso.