stagno (idrografia)
sm. [sec. XIV; latino. stagnum]. Specchio d'acqua, in genere di modeste dimensioni e profondità, senza deflusso, occupante depressioni del suolo; secondo la sua localizzazione può essere anche salmastro. Da un punto di vista ecologico, lo stagno viene spesso considerato quale modello tipico di ecosistema acquatico in quanto vi si possono rilevare notevoli variazioni spaziali e temporali di fattori ecologici fondamentali (temperatura, pH, pressione, concentrazione di CO₂ e vari sali disciolti ecc.), nonché gli adattamenti a cui sono sottoposti i vari popolamenti. La catena trofica comprende il gradino dei produttori primari, i vegetali autotrofi, con forme planctoniche (Cianoficee, Crisoficee, Cloroficee, Diatomee ecc.) e macrofite, queste ultime distinte secondo le zone (idrofite costiere, natanti, tutte o in parte sommerse ecc.). I livelli trofici dei vari ordini di consumatori comprendono rappresentanti del benthos, necton e plancton. L'importante categoria dei demolitori è costituita da microrganismi saprobi (Alghe, Funghi, Batteri, vari animali limofagi ecc.) diffusi in prevalenza nei substrati del fondo e particolarmente attivi nella decomposizione dei detriti organici e delle spoglie sedimentate di organismi degli strati superiori; la loro azione è dunque di fondamentale interesse per il riciclaggio dei principali elementi biogeni. La fauna e la flora, simili a quelle delle paludi, possono annoverare specie uniche adattate o isolate in quel determinato stagno: per tale motivo sono oggi sottoposti sovente a tutela ecologica. § In diritto, il terreno che l'acqua copre quando è all'altezza dello sbocco dello stagno appartiene al proprietario dello stagno anche se il volume dell'acqua viene a scemare: tuttavia il proprietario non acquista alcun diritto sopra la terra lungo la riva che l'acqua ricopre nei casi di piena straordinaria.