soprannaturàle o sovrannaturàle
agg. [sec. XVI; da sopra-+naturale]. Che è al di sopra della natura, che ne trascende i limiti e le leggi: ordine soprannaturale; che supera l'ambito della conoscenza umana: enti, fenomeni soprannaturali. In particolare, che concerne Dio e il divino: la grazia soprannaturale. Per estensione, iperb., grandissimo, straordinario: una dolcezza soprannaturale. Anche sm.: il manifestarsi del soprannaturale. § Secondo la comune dottrina della Chiesa cattolica, il genere umano fu elevato da Dio gratuitamente all'ordine soprannaturale, implicante come fine supremo la visione beatifica, mediante la grazia, le virtù e i doni dello Spirito Santo. Mezzi e fine trascendono l'essere e l'operare della natura umana, quindi appartengono all'ordine soprannaturale, cioè superiore a ciò che è naturale. Tale nozione, già implicita nella religione cristiana fin dai primi secoli, è stata resa esplicita e via via lentamente sviluppata dalla teologia, come reazione agli errori dottrinali, da parte dei Padri della Chiesa e soprattutto in virtù del magistero ecclesiastico. I documenti della Chiesa cattolica illustrano il soprannaturale sotto vari aspetti: empirico, quale effetto sensibile di una causa non naturale (per esempio i miracoli); teoretico, costituito da verità rivelate da Dio, superiori alla ragione umana (per esempio i misteri della SS. Trinità, dell'Incarnazione ecc.); pratico, cioè proprio dell'attività umana in ordine alla vita eterna; virtù teologiche e doni dello Spirito Santo elevano l'uomo a uno stato soprannaturale. La dottrina dell'elevazione dell'uomo all'ordine, e di conseguenza alla vita soprannaturale, fu proclamata verità di fede nel Concilio di Trento (1563) e riproposta da Pio V, che condannò le proposizioni di Michele Baio (1567). Si tornò a discutere della questione in epoca, moderna, soprattutto a causa delle obiezioni oppostevi dal modernismo e dallo psicologismo religioso, cui replicò Pio X condannandone gli errori con l'enciclica Pascendi (1907). Tale concetto fu ribadito da Pio XII nell'enciclica Humani generis (1950).