smerigliatrìce
sf. [da smerigliare]. Macchina utensile, per lo più portatile, simile a un trapano. La smerigliatrice angolare è impiegata in fonderia per la sbavatura di grosse fusioni e per il taglio delle materozze; in carpenteria meccanica per la preparazione e la finitura delle saldature. È costituita da un motore che aziona, attraverso una coppia conica, il mandrino portamola: si impiegano, in genere, mole elastiche a impasto resinoide, capaci di resistere sia ad alte velocità periferiche, sia agli urti frequenti, determinati dall'uso manuale. La smerigliatrice a nastro è utilizzata per la finitura di superfici piane, sia metalliche sia di legno. Il tipo per la lavorazione dei metalli è costituito da una incastellatura che porta il motore, il piano di appoggio del nastro abrasivo e la puleggia di tensione del nastro; quest'ultimo (che può essere largo fino a 0,5 m e avere uno sviluppo fino a 2 m) scorre sul piano di appoggio, con la superficie abrasiva rivolta verso l'alto: i pezzi da lavorare vengono appoggiati su di esso a mano, o per mezzo di attrezzi. Nelle smerigliatrice per la lavorazione del legno, invece, il pezzo è sostenuto dal piano di appoggio, e il nastro scorre sopra di esso: la superficie abrasiva, che è rivolta verso il basso, viene premuta sul pezzo da un pattino metallico, azionato a mano, che può scorrere lungo tutta la lunghezza del nastro. Il nastro può avere uno sviluppo anche di alcuni metri.