sinèddoche
Redazione De Agostini
sf. [sec. XIV; dal latino synecdŏche, dal greco synekdoche, da synekdéchesthai, raccogliere insieme]. Traslato per relazione di estensione e di quantità di cui fa spesso uso il linguaggio letterario designando la parte per il tutto e viceversa (“siedo e sospiro / il mio tetto materno” [Foscolo]); il termine specifico per quello generico (“e se il piloto ti drizzò l'antenna” [Foscolo]); il singolare per il plurale (“assai con l'occhio bieco/ mi rimiraron” [Dante]); il genere per la specie (“o animal grazioso e benigno” [Dante]). La sineddoche è frequente anche nel parlare comune (le vele per “barche a vela”; vorrei dirti due parole, per “pochissime parole”; l'infelicità dei mortali per “degli uomini”).