sensìbile
Indiceagg. e sf. [sec. XIV; dal latino sensibílis, da sentīre, percepire].
1) Che si percepisce attraverso i sensi: oggetti sensibili; la scienza si basa sull'esperienza sensibile; il mondo sensibile, la realtà concreta, in contrapposizione a ciò che possiamo conoscere solo con l'intelletto; in questo senso anche come sm.: i caratteri del sensibile. Per estensione, che si manifesta ai sensi in modo chiaro, evidente; quindi, notevole, rilevante, apprezzabile: il danno è stato sensibile; le vendite hanno subito un calo sensibile; tra i due c'è una sensibile differenza.
2) Che ha organi di senso, che può ricevere impressioni attraverso gli organi di senso: gli animali sono esseri sensibili. Riferito agli organi stessi, atto a ricevere determinate sensazioni: l'orecchio è sensibileai suoni. In particolare, che risponde in modo intenso a dati stimoli, per lo più con manifestazioni di sofferenza e di intolleranza: occhi sensibili alla luce; piante sensibili al freddo; ha uno stomaco sensibilissimo. Fig., che mostra di sentire intensamente determinate manifestazioni e di reagire psicologicamente in conseguenza: un ragazzo sensibile all'arte, alla poesia; è molto sensibile al fascino femminile;sensibile alle ingiustizie sociali, spiritualmente partecipe e intenzionato a porvi rimedio; sensibile alle lodi, contento di riceverne. Assolutamente, di persona che ha particolare disposizione a sentire gli effetti, i sentimenti, le emozioni, che reagisce prontamente a certe realtà esterne; sensitivo, emotivo: un ragazzo molto sensibile; ha un animo sensibile.
3) Di strumento, che registra anche le più piccole variazioni di una grandezza fisica, che risponde anche alle più leggere sollecitazioni: bilancia, termometro molto sensibile; freni sensibili; materiale sensibile, nella pellicola fotografica, materiale ricoperto da una speciale emulsione, che può essere impressionato dalla luce.
4) Sf., settimo grado della moderna scala musicale diatonica che, distando un semitono diatonico dalla tonica, è da questa attratta, secondo un principio di risoluzione proprio del sistema tonale. Entrata nell'uso già durante l'Ars Nova per influsso della musica popolare (era infatti estranea alla modalità), la sensibile si affermò definitivamente nel Seicento, con l'avvento delle forme musicali moderne.
5) In filosofia, ciò che può essere percepito dai sensi, cioè le cose che sono oggetto di esperienza e quindi di conoscenza di tipo empirico. Da questa determinazione del concetto pare esclusa ogni possibilità di approfondire la conoscenza del sensibile per via puramente logica e razionale: di qui l'opposizione, che attraversa tutta la storia del pensiero, tra le dottrine della conoscenza di tipo empiristico, più attente all'elemento sensibile e alla sua determinazione empirica, e quelle che riducono il sensibile a un'apparenza irrazionale, che abbisogna di una sistemazione superiore per via puramente logico-razionale.