reversis
sm. francese (da réversible, reversibile). Gioco di carte d'origine spagnola assai diffuso nel Settecento: nel reversis, al contrario che in altri giochi, chi fa più punti perde. Si gioca in 4 con un mazzo regolare di 52 carte dal quale siano stati esclusi i 10. Quando il mazziere, scelto a sorte, avrà distribuito 11 carte a testa e 12 a se stesso, i giocatori potranno scartare 1 carta del proprio gioco e sostituirla con una delle 3 rimaste dopo la distribuzione. Versate le poste nel piatto (11 gettoni per il mazziere, 2 per gli altri giocatori), il giocatore seduto alla destra del mazziere getta la prima carta; da questo momento il gioco è regolato dalla risposta al seme e dalla presa della carta più alta, essendo i valori delle carte decrescenti dall'asso al 2. Esaurite le carte in 11 giocate, chi ha totalizzato il maggior numero di punti (asse, 4 punti; asse di quadri, 5 punti; re, 3 punti; donne, 2 punti; fanti, 1 punto; fante di cuori o quinola, 3 punti) paga a chi ne ha fatti meno tanti gettoni quanti sono i punti delle 4 carte scartate all'inizio del gioco. Rendono più vario e brillante lo svolgimento del reversis alcune regole particolari: chi realizza il reversis, cioè fa tutte le 11 prese, vince l'intero piatto; ma chi dopo esservisi “ingaggiato”non lo porta a buon fine paga una penale; chi si libera di una quinola vince il piatto, ma chi con essa “prende”, paga un numero di gettoni pari a quello che il piatto contiene; chi ha nel proprio gioco la spagnoletta, cioè 4 assi o 3 assi e la quinola ha il diritto di non rispondere al seme per le prime 9 mani.