revenge porn
Espressione inglese traducibile in italiano come “vendetta pornografica”. Indica la condivisione di foto o video a contenuto sessuale esplicito tramite internet senza l’autorizzazione dei protagonisti. Il materiale oggetto di condivisione, ripreso con o senza il consenso della vittima, viene solitamente reso pubblico da uno dei due partner per un presunto torto subito o dopo la fine della relazione sentimentale, a scopo vendicativo. In alcuni casi, per mortificare ulteriormente la vittima le immagini sono accompagnate da informazioni private come nome, indirizzo o collegamenti a profili sui social media. Si tratta di un fenomeno che rientra nella categoria dell’abuso psicologico, in quanto provoca nella vittima umiliazione, lesione della propria immagine e della dignità, con conseguenti forti condizionamenti nei rapporti sociali. Secondo alcuni psicologi l'impatto della diffusione su larga scala di immagini scattate privatamente può essere paragonato a quello di una vera e propria violenza sessuale. Dall'agosto 2019, in Italia, il revenge porn è punito come reato dall’art. 612-ter del codice penale, con sanzioni e reclusione fino a 6 anni nei confronti di chi diffonde le immagini e di chi le condivide, con aggravante se il reato è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.