ratio analysis
loc. inglese (propr., analisi, per indici) usata in italiano come sf. Tecnica quantitativa di analisi della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'azienda, effettuata attraverso il calcolo di particolari indici ottenuti dal rapporto fra grandezze di bilancio opportunamente estrapolate. La ratio analysis ha natura statica in quanto è riferita a specifici istanti della vita aziendale, spesso coincidenti con la chiusura dei singoli periodi amministrativi, e, conseguentemente, non riesce a rendere compiutamente conto anche della dinamica con cui gli indici si evolvono. Per questa ragione la ratio analysis viene frequentemente applicata a una serie di periodi consecutivi e integrata con l'analisi per flussi, che indaga sulle variazioni (quantitative e qualitative) subite da specifiche grandezze di bilancio nell'arco di un intervallo di tempo. Accanto alle comparazioni nel tempo, la ratio analysis consente anche comparazioni nello spazio attraverso il confronto fra gli indici aziendali e quelli medi del settore economico di appartenenza, calcolati alla stessa data. Punto di partenza della ratio analysis è in ogni caso il bilancio di esercizio, eventualmente corredato da una serie di informazioni sulla specifica natura economica di alcune poste, il quale viene successivamente sottoposto a una opportuna riclassificazione fino a pervenire alle grandezze da utilizzare per il calcolo degli indici. La nascita della ratio analysis risale al sec. XIX negli USA in coincidenza con la necessità delle banche di avere una valida metodologia di analisi da usarsi quale fondamento per un giudizio sull'opportunità della concessione di credito alla clientela. La sua successiva affermazione, registratasi anche in Italia nella seconda metà del sec. XX soprattutto per opera degli studi di V. Masi, è legata alla evoluzione subita dal bilancio di esercizio, la cui corretta redazione ha via via richiesto una sempre maggiore articolazione delle varie poste in esso contenute.