radiodisturbo
sm. [radio-+disturbo]. Segnale di rumore generalmente incoerente e a distribuzione stocastica che ostacola l'intelligibilità e la fedeltà delle informazioni ricevute via radio. In pratica si verifica un radiodisturbo quando, presso un radioricevitore, sia presente un campo di radiazioni elettromagnetiche non desiderate e rumorose, aventi uno spettro di frequenze che comprenda (o che affianchi) la banda di frequenza su cui il radioricevitore è sintonizzato. Dato che i radiodisturbi si sommano al segnale utile, essi si presentano come una indesiderata modulazione di ampiezza della portante. Pertanto nei sistemi di trasmissione in modulazione di ampiezza essi sono demodulati insieme al segnale utile che risulta quindi a sua volta affetto da rumore. Nei sistemi di radiotrasmissione in modulazione di frequenza invece, non interessando l'ampiezza del radiosegnale ricevuto, esso viene tagliato ad ampiezza costante con un opportuno circuito elettronico limitatore, eliminando così la quasi totalità del rumore captato. La modulazione di frequenza permette quindi di rilevare un segnale molto più fedele e di migliore qualità. Ciò è particolarmente importante nel caso dei radiocollegamenti con mezzi mobili, che sono i più esposti ai radiodisturbi di origine cosiddetta “industriale”, relativi cioè ai campi elettromagnetici generati da apparati elettrici industriali, domestici o dal circuito di accensione dei motori a scoppio, specie delle automobili. Si hanno pure radiodisturbi di origine atmosferica, dovuti ai campi elettromagnetici provocati dalle scariche elettriche che si verificano nell'atmosfera, specie durante i temporali. Un'efficace difesa contro i radiodisturbi si ottiene comunque in genere riducendo con opportuni circuiti filtranti la banda necessaria alla trasmissione delle informazioni e adottando antenne direzionali che riducono l'angolo solido di massima sensibilità e relativo ai segnali utili, attenuando nel contempo tutti i segnali provenienti da direzioni non desiderate. Anche la semplice adozione della polarizzazione orizzontale per le radiocomunicazioni (e quindi per le antenne riceventi) può attenuare sensibilmente l'effetto dei radiodisturbi, che sono infatti prevalentemente irradiati con campi elettromagnetici a polarizzazione verticale.