provvista
sf. [sec. XVII; da provvisto, pp. di provvedere]. Atto ed effetto del provvedere, cioè del procurare quanto sia necessario a un dato scopo o possa servire in un prossimo futuro: far provvista di frutta per la settimana. Più spesso concretamente, ciò che si è procurato a tale scopo; scorta: la provvista di zucchero è agli sgoccioli; abbiamo provvista di carburante per un anno; anche in senso estens. e fig.: attingerà alla sua nutrita provvista di barzellette. Con accezioni specifiche: A) nel linguaggio bancario, provvista di fondi, operazione mediante la quale le banche raccolgono i capitali occorrenti per l'esercizio del credito; provvista cambiaria, la somma di danaro destinata al pagamento quando la cambiale-tratta aveva piena funzione traiettizia. Secondo il significato odierno comprende il credito del traente verso il trattario fino all'ammontare della somma cambiaria. B) In diritto canonico, l'atto della competente autorità ecclesiastica con il quale il chierico è preposto a un ufficio. Consta di tre momenti: la designazione della persona; la concessione del titolo giuridico; l'immissione nel possesso. Al pontefice spetta la provvista degli uffici vescovili, nonché delle dignità nei capitoli; al vescovo spetta la provvista degli altri canonicati, nonché degli uffici parrocchiali.