privativa
sf. [sec. XVIII; da privativo]. Diritto di svolgere, senza che vi sia alcuna forma di concorrenza, una determinata attività, per lo più collegata a un pubblico servizio. Esempi di diritto di privativa sono i servizi comunali, quali la provvista di acqua potabile, l'illuminazione pubblica, le fognature, i mattatoi, ecc. In particolare, privativa fiscale, monopolio legale riservato allo Stato, a un ente pubblico o a un loro concessionario, riguardante l'importazione, la produzione, la distribuzione di una merce allo scopo di riscuotere, inglobata nel prezzo, un'imposta indiretta sui consumi. Di solito si tratta di generi di consumo che si prestano a essere venduti da enti pubblici e che non corrispondono a bisogni primari (tabacchi, lotterie, bevande alcoliche). Lo Stato si assicura degli extraprofitti di tipo monopolistico che gli vengono corrisposti come entrata fiscale. La politica dei prezzi dei beni sottoposti a privativa deve consentire il massimo di entrate fiscali e quindi deve stabilire prezzi non troppo elevati per non comprimere eccessivamente i consumi. Si dice, per estensione, privativa fiscale il negozio dove si esercita la funzione distributiva dei generi sottoposti a monopolio fiscale.