piegaménto

Lessico

sm. [sec. XIV; da piegare].

1) Atto ed effetto del piegare; in particolare: A) nella ginnastica, il passaggio dalla distensione all'avvicinamento di due parti del corpo; nel sollevamento pesi, l'azione in cui l'atleta, nel sollevare l'attrezzo sopra il capo, piega leggermente le gambe. B) Operazione consistente nel deformare plasticamente a freddo o a caldo un materiale metallico, sottoponendolo a una sollecitazione prevalentemente di flessione. È detta anche piegatura. In particoalre, prova di piegamento, prova tecnologica di duttilità di un materiale che consiste nel sottoporre una provetta di forma opportuna (rettilinea a sezione circolare o poligonale) a deformazione plastica per flessione su rulli o su matrice fino a che i lembi della provetta stessa formino, sotto carico, un angolo prefissato. Durante la prova non si devono manifestare rotture o fessurazioni di entità non tollerabile.

2) Processo di deformazione continua delle masse rocciose, col quale le superfici geologiche delle stesse subiscono variazioni di raggio di curvatura.

Geologia

Il piegamento avviene per azione di forze tettoniche agenti per compressione, per sollevamento o come coppia di forze e richiede che le rocce manifestino un comportamento plastico. Il piegamento può avvenire mediante vari meccanismi aventi tipi di passaggio tra loro. Un primo meccanismo è il piegamento di flessione che, in una massa stratiforme, determina distensioni verso il lato esterno, convesso, e compressioni verso quello interno, concavo, dello strato; tra queste due parti diversamente sollecitate si trova un livello non sottoposto a tensione e in cui quindi la deformazione è nulla, indicato come superficie neutra. Le tensioni possono tradursi in deformazioni plastiche, realizzate mediante movimenti intergranulari, e aventi come conseguenza uno stiramento con assottigliamento della parte di strato esterna e un ispessimento di quella interna. L'ispessimento della parte interna può avvenire sempre plasticamente, ma con formazione di pieghe minori. Le stesse forze possono altresì originare deformazioni clastiche, consistenti in fratture di tensione (beanti e cuneiformi, con vertice verso l'interno) sul lato convesso e in minute faglie inverse sul lato concavo. Se il piegamento di flessione interessa più strati rocciosi, ciascuno di questi può deformarsi nel modo succitato, ma la deformazione principale del loro insieme viene realizzata mediante scorrimento di uno strato sull'altro, e, precisamente, gli strati più esterni scorrono verso la cerniera mentre quelli interni scorrono in senso opposto. Piegamento di flessione sono prevalentemente le pieghe concentriche. Il piegamento di flusso è analogo al precedente ma, in seguito a condizioni ambientali particolari (pressione e temperatura elevate) o alla natura della roccia (per esempio depositi salini), si realizza con un comportamento estremamente plastico della massa rocciosa sotto sforzo, e dà quindi luogo a pieghe in cui prevalgono gli assottigliamenti e gli ispessimenti delle parti. Il piegamento per taglio si realizza essenzialmente per fenomeni clastici che, suddividendo la roccia mediante superfici di frattura parallele e ravvicinate in parti lastriformi e spostando tali elementi uno rispetto all'altro genera una deformazione che è continua solo a scala megascopica o solo in apparenza (dato che talora le singole fratture non sono più riconoscibili in seguito alla ricristallizzazione della roccia). Il piegamento per taglio costituisce spesso la fase terminale di una deformazione iniziatasi con i meccanismi precedenti. Il piegamento per intumescenza si realizza in seguito a forze tettoniche agenti dal basso verso l'alto in modo che una massa rocciosa stratiforme piana viene arcuata: dato che l'arco ha lunghezza maggiore della corda sottesa (che corrisponde alla giacitura originaria), la roccia subisce tensioni che si possono tradurre in uno stiramento plastico o in un assottigliamento tramite faglie normali.