Lessico

sf. [sec. XIII; dal latino perfectio-onis].

1) L'essere perfetto in senso pratico, ideale o morale, anche con valore approssimativo: condurre un'opera alla perfezione; desiderare, raggiungere la perfezione; portarsi al massimo grado di perfezione; a perfezione o alla perfezione, in maniera eccellente, benissimo: conosce il mestiere alla perfezione.

2) In diritto, la formazione di un atto o di un negozio completo di tutti i suoi elementi essenziali. In diritto civile, la perfezione dei negozi unilaterali non recettizi (testamento, rinuncia) si ha con la semplice manifestazione della volontà del soggetto; la perfezione dei negozi recettizi (remissione del debito, recesso) è automatica con la loro conoscenza da parte dei soggetti cui sono destinati.

Filosofia

In filosofia, stato di pienezza dell'essere, in quanto possiede tutto quanto compete alla sua essenza. Parmenide diceva perfetto l'essere perché non soggetto a mutazione e generazione; Aristotele identificò la perfezione nell'ente che ha raggiunto il proprio fine; lo stesso concetto è ribadito da S. Tommaso; nella filosofia moderna il concetto di perfezione diventa la capacità di essere qualitativamente distinta: così le perfezioni s'identificano per tutta la filosofia razionalistica, da Cartesio a Wolff attraverso Leibniz, con i predicati reali dell'essere. Tale concezione fu dissolta da Kant con la negazione che l'esistenza sia un predicato essenziale e quindi una perfezione (Critica della Ragion Pura). Nel pensiero contemporaneo il concetto tradizionale di perfezione è ormai definitivamente tramontato.

Religione: cristianesimo

La perfezione cristiana è pratica e stato spirituale fondato sulla grazia santificante e volto a realizzare pienamente le esigenze del battesimo. L'essenza della perfezione cristiana, come dice San Paolo ai Romani (13,10) “consiste nell'amore di Dio e del prossimo” e ammette, secondo i teologi, vari gradi: purgativo, in cui si cerca di evitare i peccati mortali; illuminativo, in cui si praticano le virtù cristiane nel miglior modo possibile; unitivo, in cui si esercitano le virtù in modo eroico. Alla perfezione cristiana “sono chiamati tutti i fedeli di qualsiasi stato” (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 1964), ma soprattutto i vescovi e i sacerdoti in forza del loro ministero e i religiosi in forza dei voti.

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