paviménto
IndiceLessico
sm. [sec. XIV; dal latino pavimentum, da pavīre, battere, spianare il suolo].
1) Qualsiasi rivestimento di superfici orizzontali (solai, battuti di terra o cemento) sia interne sia esterne a un ambiente (ma in questo caso, più propr., pavimentazione) con caratteristiche tali da consentire il passaggio di persone o veicoli: lucidare, rifare il pavimento.
2) Per analogia, in talune formazioni anatomiche, la parte che costituisce la parete o lo strato posto inferiormente: pavimento della bocca; pavimento del IV ventricolo cerebrale.
Pavimento. Particolare di un pavimento musivo romano con epigrafe centrale (sec. IV d. C.; Padova, Museo Civico).
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah
Cenni storici
Nelle civiltà antiche i pavimenti erano, secondo le epoche e la destinazione degli ambienti di cui facevano parte, di roccia spianata, di terra battuta, di lastre di pietra, di laterizio, di ciottoli o a mosaico. Nella civiltà egea e in quella egiziana sono presenti pavimenti in stucco dipinto. Nel mondo greco, dai pavimenti decorati a motivi geometrici e vegetali in ciottoli bianchi, neri e colorati si passò a quelli a mosaico di ciottoli con rappresentazioni di animali in lotta, figurazioni mitologiche, ecc. La tecnica della pavimentazione intesa come ricerca di particolari effetti decorativi raggiunse la perfezione nei mosaici ellenistici e romani, attraverso le più svariate disposizioni di tessere di pietra, marmo, paste vitree o di tasselli cubici di marmo colorato (mosaico e opus alexandrinum, scutulatum, sectile, segmentatum, signinum, tessellatum, vermiculatum). Pavimenti a mosaico di straordinaria magnificenza caratterizzarono l'architettura bizantina. I Cosmati diffusero i pavimenti a tasselli di marmo bianco e colorato e a tessere di paste vitree formanti fasce e volute attorno a tondi o rettangoli di porfido, granito, serpentino. Esempio mirabile di pavimenti in marmo intarsiato è quello del duomo di Siena, terminato da D. Beccafumi nel 1547, le cui parti più antiche risalgono alla seconda metà del Trecento. Nel sec. XV si diffusero in Spagna e in Italia i pavimenti di ceramica (pavimenti della cappella Caracciolo nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara a Napoli). Verso la fine del Cinquecento e nel Seicento particolare fortuna ebbero i già citati pavimenti “alla veneziana”, costituiti da frammenti di marmo disposti alla rinfusa su un letto di cemento, con bordi a disegno, e i pavimenti palladiani, analoghi ai precedenti, formati con frammenti più grandi e cemento per lo più colorato in rosso.
Edilizia
In base ai materiali usati i pavimenti di ambienti interni o esterni possono essere classificati in: pavimenti a elementi, pavimenti monolitici e pavimenti in teli. I pavimenti a elementi di legno, come il parquet o il tavolato, erano un tempo molto usati per la relativa facilità di reperimento del materiale e per la notevole rispondenza a diversi requisiti. I pavimenti a elementi, i più diffusi, esigono la messa in opera su base di cemento o malta cementizia appoggiata direttamente o attraverso uno strato di inerte sulla struttura di sostegno; possono essere realizzati con diversi materiali: lastre di marmo o di pietra, manufatti laterizi (mattoni e mattonelle), piastrelle di ceramica o di gres, lastre di cemento. I pavimenti monolitici, ottenuti per gettata di cemento o malta cementizia, in alcuni casi rinforzati da una leggera armatura e resi uniformi mediante lisciatura, vengono impiegati in luoghi di grande passaggio come autorimesse, magazzini e scantinati. A questa categoria appartengono i battuti di cemento e i bollettonati; pavimenti monolitici sono anche i cosiddetti spatolati ottenuti con posa successiva di strati di resine sintetiche in emulsione su di un piano in cemento. Sempre nella categoria dei pavimenti monolitici rientrano i pavimenti “alla veneziana” formati da frammenti di marmo e di altre pietre saldati con malta di cemento e polvere di marmo. I pavimenti in teli, costituiti da elementi artificiali quali gomma, linoleum e talune materie plastiche, sono particolarmente apprezzati per la loro resistenza e sono in continua evoluzione dal punto di vista tecnologico. La posa in opera viene effettuata mediante incollaggio dei teli su di uno strato di malta cementizia perfettamente lisciato.