pauperizzazióne
sf. [dal latino pauper, povero]. Legge che discende dal concetto marxiano secondo cui l'inarrestabile processo di proletarizzazione delle classi sociali inferiori nei sistemi capitalistici e la crescente concentrazione del potere economico comportano una continua compressione dei salari a favore del profitto. Marx tuttavia non nega che vi possano essere delle variazioni in meglio o in peggio nella condizione di vita del proletariato né mette in relazione la pauperizzazione con l'evoluzione del salario reale, ma afferma che il grado di pauperizzazione di una società è in rapporto con il tenore di vita e le esigenze di quella società in quel determinato momento. Si distingue quindi, da alcuni studiosi, tra concetto di “pauperizzazione assoluta” e di “pauperizzazione soggettiva o ideale”. Il primo pone l'accento sullo scarto, a forbice, tra salario e reddito nazionale; il secondo mette in rapporto il salario effettivo con il salario possibile, quello cioè che il lavoratore potrebbe pretendere, in considerazione del profitto capitalistico.