paranòia

(raro parànoia), sf. [sec. XIX; dal greco paránoia, pazzia, demenza, da para-, para-+noûs, mente].

Lessico

Forma psicotica, di eziopatogenesi oscura, caratterizzata da delirio lucido, sistematizzato, che può presentarsi sotto diversi aspetti. Fig., essere, andare, mandare in paranoia, trovarsi, finire o ridurre in uno stato di crisi più o meno profonda, dovuto a confusione mentale o in genere a situazioni giudicate intollerabili.

Psichiatria

A fianco della paranoia cosiddetta “pura” esistono comunemente altre forme psicotiche, dette sindromi paranoidi, di incerta classificazione, e i cui confini con la paranoia pura da un lato e la schizofrenia dall'altro non sono sempre ben distinguibili. La paranoia pura è invece di solito ben diagnosticabile, presentando caratteristiche peculiari. La forma, che secondo vari autori avrebbe una base costituzionale, si manifesta in età adulta, in persone che presentano già caratteristiche personologiche tipiche, consistenti in elevata stima di sé, diffidenza nei confronti degli altri, meticolosità, suscettibilità, ecc. Progressivamente evolve il delirio, che spesso si rileva con molto ritardo rispetto al periodo di insorgenza perché il paranoico può tenerlo accuratamente celato per diffidenza verso gli altri. Si tratta di un delirio lucido privo di tutti quegli elementi bizzarri e incoerenti che caratterizzano, per esempio, i deliri schizofrenici. Il paranoico parte da premesse errate, ma le sviluppa con logica ferrea, in ciò aiutato anche da una spontanea tendenza al ragionamento sottile, spesso sofistico, giungendo infine a conclusioni altrettanto errate. Inoltre egli è abitualmente in pieno possesso delle capacità di critica per tutte le sfere della sua attività che non riguardano strettamente i contenuti del delirio, e quindi è spesso in grado di condurre per anni una vita apparentemente normale, giungendo spesso a essere apprezzato per le capacità di ragionamento. La più comune tra le forme di delirio, tanto da essere quasi una costante della paranoia, è il delirio di grandezza: il paranoico si ritiene superiore alle altre persone, portatore di un destino particolare, di cui trova continuamente conferma negli eventi che lo circondano. Il sentimento di grandezza può derivare da diversi motivi. Egli può essere un grande scienziato (e si parla allora di delirio pseudoscientifico), autore di nuove teorie rivoluzionarie in qualche campo della scienza. A volte, invece, si ha un delirio religioso; il paranoico può giungere a fondare una nuova religione, sentendosi depositario di una missione divina. A volte ancora è convinto, sulla base di pure coincidenze, spesso anche del tutto fantasiose, di essere un grande personaggio giungendo a impegnarsi in azioni legali per il riconoscimento dei suoi diritti; il fallimento di queste azioni lo confermerà sempre più nell'opinione dell'esistenza di una congiura contro di lui. La convinzione dell'ostilità nei suoi confronti da parte degli altri raggiunge il culmine nel delirio di persecuzione: ogni gesto compiuto dagli altri, anche il più innocente e casuale, ha in realtà un significato nascosto di aggressione nei suoi confronti. Spesso insorge un delirio di querela, con un continuo ricorso alle azioni legali, sempre senza successo. Altre forme di delirio relativamente comuni sono il delirio erotico e il delirio di gelosia. La forma è cronica, e, in molti casi, il paranoico è in grado di condurre una vita relativamente normale, essendo tali deliri a volte innocui. A tutt'oggi non si conoscono terapie sicuramente efficaci della paranoia. Dal punto di vista psicanalitico vengono riconosciuti alla base di tale psicosi forti impulsi di omosessualità inconscia dai quali si sviluppano i vari deliri attraverso un meccanismo di proiezione.

S. Arieti, Trattato di Psichiatria, Torino, 1970; E. Kraeplin, Leçons cliniques sur la démence précoce et la psychose maniaco-dépressive, Tolosa, 1970; G. Campailla, Manuale di psichiatria, Milano, 1975; Autori Vari, La paranoia e l'antropologismo, Milano, 1980.