pamphlet

sm. francese (propr. libello, opuscolo). Breve scritto per lo più polemico e talora denigratorio contro qualcuno. § L'origine del termine è di incerta attribuzione. L'allettante palme-feuillet per indicare un libriccino di poche pagine non trova molto credito. Gaston Paris indicò invece nel termine pamphlette apparso nella traduzione neerlandese di Flore et Blanchefleur il corrispondente del latino pamphilus, genere di commedia del sec. XII in versi latini. Per altri il vocabolo verrebbe dal francese pamphilet, sempre riferito a un genere di commedia briosa e corrosiva. Il termine, passato in Inghilterra, avrebbe qui assunto il significato di opuscolo dedicato a un argomento di attualità. Nella sostanza il pamphlet viene fatto risalire al libellus romano, che, dapprima libero, venne in età imperiale perseguito. Il pamphlet, a cominciare dal libellus famosus, volto a screditare la fama e l'onorabilità di qualche personaggio, ebbe vasto impiego nel mondo politico. Richelieu se ne servì, pagando libellisti abilissimi, per attaccare il Concini e dare la scalata al potere, ma ne fu poi a sua volta il bersaglio. Non necessariamente il pamphlet era aggressivo e denigratorio. Ne è esempio l'Areopagitica di Milton (1644), primo e nobile saggio in cui la libertà di stampa è difesa con argomenti socio-psicologici, morali e religiosi. Una vivace difesa del pamphlet fu sostenuta da Paul-Louis Courier nel Pamphlet des pamphlets (1824) in cui non perse occasione per attaccare monarchia e cortigiani. Dal canto suo Louis-Marie de Cormenin, autore del Pamphlet sur l'Indépendance de l'Italie (1848), che sostenne la tesi risorgimentale con argomenti strettamente politici, nel suo Livre des orateurs (pubblicato con lo pseudonimo di Timon nel 1836), aveva fatto una precisa distinzione tra libello e pamphlet sostenendo che il primo si rivolge “ai nemici personali del diffamato” mentre il pamphlet si rivolge a tutti poiché “argomenta con il ragionatore, presenta cifre al matematico” per “chiacchierare” con il popolo. In tal senso uno dei più felici e validi scrittori di pamphlets fu certamente Voltaire che per écraser l'infâme scrisse pamphlets memorabili contro la Chiesa, la giustizia, l'intolleranza per il trionfo della ragione. Con l'andar del tempo il ricorso al pamphlet è andato diminuendo, mentre il suo spirito acre e corrosivo a salvaguardia dei diritti democratici è andato condensandosi negli articoli dei giornali e nei colloqui coi lettori.

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