occasionalismo

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sm. [da occasionale]. Corrente filosofica che riconduce tutto il movimento e l'attività del mondo all'agire diretto e continuo di Dio, negando l'esistenza di cause intermedie. Precedenti dell'occasionalismo sono reperibili nella filosofia araba e in alcuni esponenti della scuola occamista, ma il termine indica soprattutto quella scuola filosofica fiorita principalmente in Francia e nei Paesi Bassi nella prima metà del sec. XVI nel tentativo di risolvere i problemi lasciati aperti dal pensiero cartesiano: la radicale incommensurabilità fra il corpo e l'anima, fra la res extensa e la res cogitans, fra la materia ed il pensiero (il noto “dualismo” cartesiano). I suoi maggiori rappresentanti, N. Malebranche e A. Geulincx, affermarono che il dualismo cartesiano resta di fatto ineludibile, e non vi è correlazione diretta o rapporto di causa e di effetto tra il mondo psichico e quello della materia: tutti questi rapporti esistono solo per effetto diretto dell'azione divina, che continuamente collega tra di loro i due mondi. Contro l'occasionalismo furono invece Spinoza e Leibniz. Quest'ultimo vede il rapporto d'interrelazione tra lo spirituale e il materiale come stabilito ab aeterno, al momento della creazione, e non continuamente ripristinato dall'agire ininterrotto della potenza divina.

Bibliografia

J. Laporte, Ètudes d'histoire de la philosophie française au XVIIe siècle, Parigi, 1951; D. Connel, The Vision in God-Malebranche's Scolastic Sources, Lovanio, 1967; M. Blondel, Cartesio, Malebranche, Spinoza, Pascal, Firenze, 1975.

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