neoevoluzionìsmo
s.m. [sec. XX; da neo - + evoluzionismo]. Corrente di pensiero che si afferma in ambito antropologico dopo il 1940, prevalentemente negli Stati Uniti. Ha recuperato le ipotesi dell'Ottocento sugli stadi di sviluppo della cultura, considerati come fasi di evoluzione, evidenziando le relazioni tra risorse ambientali e sviluppo tecnologico. Il principale esponente J. H. Steward sostiene che ogni società segue diversi modelli di sviluppo, nelle differenti aree geografiche, elaborati in relazione alle condizioni ambientali (evoluzionismo multilineare). Confrontando le modalità in cui si sono sviluppati grandi stati e società complesse, individua connessioni tra sistema sociale, politico e ideologico, zona geografica e progresso tecnico (ecologia culturale). G. P. Murdock compie un'opera di catalogazione dei tratti culturali delle società, per elaborare analisi statistiche e rilevare linee evolutive.L. A. White ritiene che le trasformazioni sociali possano essere spiegate con l'evolversi delle capacità di sfruttare le risorse del territorio e l'abilità di convertire una forma di energia in altre. Lo sviluppo culturale è direttamente proporzionale all'energia presente nell'ambiente. (evoluzionismo universale). Rappresentanti del neoevoluzionismo negli Stati Uniti: M. Fried, M. Harris, M. Sahlins, E. Service.