Lessico

sm. [sec. XX; dal francese montage, da monter, montare].

1) Successione delle operazioni, generalmente reversibili, necessarie per giungere alla realizzazione di prodotti composti da più particolari.

2) Una delle fasi finali della produzione di un film, nel corso della quale si riuniscono in successione logica le varie scene, selezionando tra quelle girate le più adatte a realizzare una unità narrativa.

3) Nei procedimenti di fotoformatura, riunione e fissaggio delle pellicole dei testi e delle immagini su lastra di materiale plastico trasparente per il loro successivo trasporto sulla lastra stampante (stampa offset) o sulla carta pigmento (stampa rotocalco). Il montaggio.si esegue con la guida di un tracciato e seguendo il menabò dello stampato.

Impianti: il montaggio artigianale

Si possono distinguere tre metodi di montaggio, diversi tra loro: montaggio artigianale, in catena e automatico. Il montaggio artigianale viene effettuato da un singolo montatore che esegue tutte le varie operazioni necessarie al completamento del prodotto: ciò permette la costruzione,quando necessario, di uno o più particolari e l'aggiustaggio o l'adattamento di alcune parti, nel corso di qualsiasi fase dell'operazione; inoltre questo metodo consente frequenti controlli, che possono essere effettuati con attrezzature relativamente semplici. Di contro, il montaggio artigianale ha costi elevati, richiedendo un adeguato numero di operatori specializzati, e tempi piuttosto lunghi per cui è riservato per produzioni di piccola serie e di prestigio (per esempio di automobili da corsa e di meccanica di precisione) e per le costruzioni edili, dalle abitazioni alle grandi opere pubbliche (per esempio prefabbricati, ponti metallici, ecc.). Il montaggio artigianale è ritornato in auge come hobby, e il mercato offre in scatola di montaggio prodotti di vario genere, per esempio per modellismo, mobili, complessi elettronici, veicoli, ecc. fino a puzzle in cui il montaggio è interpretato come fonte di divertimento.

Impianti: il montaggio a catena

Risulta conveniente quando si tratti di produzione in serie: in tal caso, le varie parti vengono studiate, progettate e realizzate separatamente in modo tale che, una volta fabbricate, abbiano tolleranze unificate per cui il loro accoppiamento risulti il più rapido e opportuno possibile. Al montatore, pertanto, rimane solo da collegare correttamente i particolari, mentre la funzionalità è garantita dalle tolleranze di progettazione sperimentate su prototipi prima dell'avvio della serie. Un altro aspetto del montaggio in catena è il modo col quale si giunge al prodotto finito: contrariamente al montaggio artigianale, per questo metodo sono impegnate più persone, ognuna delle quali monta sempre lo stesso particolare. Così facendo ogni operatore raggiunge in breve una abilità e una rapidità di lavoro che permettono di produrre rapidamente e a costi limitati. Gli operatori occupano stazioni di lavorazione disposte lungo un nastro trasportatore (catena di montaggio) che sposta dall'una all'altra il prodotto in fase di montaggio; questo, giunto in una determinata stazione, viene corredato del particolare da montare in quella fase, e quindi passa alla stazione successiva dove un altro operatore interverrà a sua volta. Superata l'ultima stazione il prodotto è finito e subisce il collaudo di fine ciclo. In una linea di montaggio così concepita si devono rispettare alcune norme che la disciplinano ed è necessario che tutte le stazioni concludano il loro intervento nello stesso tempo, altrimenti la cadenza risultante è quella della stazione che fa l'operazione più lunga. Le catene, inoltre, non devono essere molto lunghe, per evitare che l'inceppamento di una stazione blocchi l'intera produzione. Quando le operazioni da svolgere sono numerose, le catene vengono spezzate da depositi di prodotti semimontati; qualora si fermi per un guasto il flusso di uno spezzone di catena, il deposito a monte del guasto immagazzina i semimontati del tratto di catena precedente mentre quello a valle permette di alimentare i tratti di catena seguenti. Spesso lungo le catene di montaggio vengono installate stazioni di collaudo dei prodotti semimontati: ciò si rivela vantaggioso perché permette di scartare per tempo i prodotti non idonei prima che terminino il ciclo. Aziende che producono in serie dispongono di appositi uffici dove personale specializzato provvede a ordinare le varie operazioni di montaggio, a progettare le attrezzature necessarie e a compilare le precedenze di montaggio che successivamente verranno realizzate nei reparti operativi. Una variante evolutiva della catena di montaggio è costituita dalle “isole”, in ognuna delle quali alcuni operai effettuano ciascuno un certo numero di operazioni elementari di montaggio e ne controllano il risultato, vincolati alla somma dei tempi di tali operazioni, e non al tempo dell'operazione elementare. Le isole riducono la monotonia del montaggio in catena e rendono partecipe l'operaio al risultato del suo lavoro.

Impianti: il montaggio automatico

È riservato a prodotti di grandissima serie, perché richiede ingenti investimenti per la costruzione di macchine, attrezzature e apparecchiature di controllo progettate appositamente, generalmente del tutto inutilizzabili per altri prodotti, anche assai simili. Solo alcuni robots possono essere programmati per la manipolazione, il posizionamento e il controllo di pezzi di forma e dimensioni abbastanza diverse.

Cinematografia

Il montaggio viene effettuato alla moviola da personale specializzato secondo le indicazioni del regista. L'accostamento delle scene viene effettuato utilizzando svariate tecniche, ognuna delle quali possiede un particolare significato narrativo. Le più usate sono l'attacco, in cui le due scene successive sono collegate da una continuità di luogo e di azione; lo stacco, quando tra due scene successive non vi è continuità di tempo e di spazio ma solamente narrativa; il flash back, quando nel racconto si inserisce un fatto avvenuto in precedenza; il montaggio in parallelo, quando si presentano due scene avvenute contemporaneamente in luoghi diversi. Il raccordo tra le varie scene si effettua generalmente per mezzo di dissolvenze o passaggi di mascherino. Nel corso del montaggio non ci si limita a disporre in successione le varie scene, ma si interviene anche sulle scene stesse, accorciandole o eliminando parti non essenziali. Storicamente “inventato” da Griffith (che ne celebrò l'apogeo con le quattro azioni parallele di Intolerance, 1916), ebbe nel cinema sovietico un impiego intellettuale e ideologico, mentre nel cinema contemporaneo, per svariatissime ragioni, anche industriali, esso ha perduto alquanto del suo vigore. Grande sviluppo, invece, il montaggio ha avuto nella tecnica televisiva e con la diffusione dei videoclips. Nella cinematografia amatoriale (generalmente realizzata su pellicola invertibile), il montaggio serve, oltre che a mettere nella voluta successione le varie scene, anche a inserire titoli ed eliminare o ridurre scene poco soddisfacenti o di lunghezza eccessiva. La pellicola, visionata attraverso una moviola, viene tagliata in spezzoni che sono poi incollati tra di loro. Nelle riprese amatoriali televisive il montaggio si effettua riversando le varie scene, nella sequenza desiderata ed effettuando eventuali tagli, in una cassetta VHS, per mezzo di un normale videoregistratore; un risultato più raffinato si può ottenere utilizzando apposite apparecchiature, alcune delle quali consentono elaborazioni elettroniche dell'immagine (per esempio sul colore), e la sostituzione, o la sovrapposizione di un commento o di una musica di fondo al sonoro registrato durante la ripresa.

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