modulatóre

Indice

Lessico

agg. e sm. (f. -trice) [sec. XVII; da modulare (verbo)]. Che, chi modula. In particolare, in biologia, composto in grado di regolare in senso positivo o negativo la risposta di una cellula ad un dato stimolo; per esempio alcuni ormoni, come il corticosterone, hanno un effetto modulatorio sulla stimolazione nervosa.

Telecomunicazioni

Apparato atto a eseguire la modulazione di un segnale, generalmente realizzato utilizzando elementi non lineari che possono essere tubi elettronici, transistori, diodi o altri componenti di adatte caratteristiche. Particolare importanza, per la tecnica della modulazione di ampiezza a banda laterale unica, assumono i cosiddetti modulatori bilanciati cui vengono applicati la portante e il segnale modulante e che danno luogo all'emissione, in uscita, essenzialmente delle “bande laterali” di modulazione, con soppressione della portante.

Ottica

Nei nuovi sistemi di comunicazione ottica a fibre ottiche la modulazione del fascio di luce si può ottenere modificando l'indice di rifrazione del mezzo trasmissivo mediante l'utilizzazione di effetti acusto-, magneto-, o elettroottici. L'effetto acustoottico non è ritenuto in generale molto adatto per le applicazioni pratiche perché il segnale modulante, che contiene l'informazione da trasmettere, è quasi sempre un segnale elettrico e quindi sarebbe necessaria una sua preventiva conversione in segnale acustico; d'altra parte i materiali magnetoottici presentano generalmente un forte assorbimento per le onde di luce. Per la modulazione di un fascio di luce è quindi utilizzato prevalentemente l'effetto elettroottico. I modulatori per ottica integrata sono generalmente basati sull'effetto elettroottico lineare di Pockels, che comporta una relazione di proporzionalità (o di linearità) fra variazione dell'indice di rifrazione e campo elettrico applicato.

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