miocardiopatìa
sf. [miocardio+-patia]. Termine che indica le malattie che interessano il miocardio, le quali provocano alterazioni più o meno gravi dell'apparato cardiocircolatorio, con scompenso di varia entità, da lieve a irreversibile. In base alle cause, le miocardiopatie si dividono in due gruppi: primitive, senza causa apparente, e secondarie ad agenti infettivi, a malattie metaboliche ed endocrine, a reazioni immunitarie a particolari antigeni. Tra le miocardiopatie primitive, la più grave è la miocardiopatia dilatativa, caratterizzata da abnorme dilatazione delle cavità cardiache e da drastica diminuzione della capacità contrattile; nelle forme più lievi comporta un deficit funzionale arginabile con la terapia farmacologica, mentre in quelle più gravi richiede il trapianto cardiaco. Allo stesso gruppo appartengono la miocardiopatia ipertrofica, nella quale l'efflusso del sangue è ostacolato dall'ipertrofia di una parte del ventricolo sinistro, e la miocardiopatia restrittiva, diffusa soprattutto nei Paesi tropicali, nella quale si verifica un restringimento delle cavità cardiache. Nelle forme lievi la sintomatologia è quasi assente mentre in quelle gravi si manifestano difficoltà respiratorie, aritmie, ischemie.