microclima
sm. (pl. -i) [micro-+clima]. Andamento medio degli elementi climatici negli strati d'aria immediatamente a contatto con il suolo. Le caratteristiche fisiche dell'atmosfera nei primi centimetri di distanza dal terreno mostrano andamenti e valori assai diversi rispetto a quelli registrati, nello stesso istante, a ca. 1,5 m d'altezza, altezza media di posizionamento degli strumenti meteorologici. La zona di separazione tra suolo e aria è infatti sede di quegli scambi energetici che condizionano l'andamento della temperatura, l'evaporazione, la condensazione dell'acqua, la turbolenza, ecc. negli strati d'aria costituenti l'habitat normale degli organismi animali e vegetali. Accanto all'importanza teorica per la scienza dell'atmosfera, il microclima assume pertanto considerevole importanza applicativa per lo studio e la soluzione di problemi quali la formazione della nebbia, la diffusione dell'inquinamento, lo sviluppo delle colture, l'insediamento di complessi industriali e di nuovi centri urbani. Il termine microclima viene usato, talvolta, con altri significati: s'intende così per microclima il clima di una zona geografica ristretta e ben delimitata (fondovalle, lago, territorio urbano), o di un ambiente ancor più ristretto, per esempio un tratto di spiaggia, una piazza, l'interno di una stanza, ecc.; microclima viene definito anche il clima corrispondente allo strato d'aria in cui si sviluppa una determinata associazione vegetale.