matamata o mata mata
sf. [sec. XVIII; voce di origine tupi]. Rettile (Chelys fimbriata o, più comunemente, Chelus fimbriatus) della famiglia dei Chelidi, dal carapace massiccio e rugoso, lungo sino a 20 cm, collo lungo e mobilissimo sovraccarico di escrescenze cutanee, ricche di terminazioni nervose che la informano sugli spostamenti dell'acqua circostante provocati dalla presenza dei pesci. Il muso termina in una sottile proboscide che, sbucando dall'acqua, permette alla matamata di respirare rimanendo sommersa. Di indole pigra, la matamata attende all'agguato la sua preda (soprattutto pesci), che cattura nelle ore notturne aprendo improvvisamente l'ampia bocca e causando così un rapido flusso di acqua verso l'interno che trascina anche il pesce. È giustamente temuta nell'America meridionale, dove frequenta lenti corsi d'acqua, pozze per l'abbeverata del bestiame e piccoli acquitrini, per i morsi dolorosissimi e mutilanti che può infliggere.