mènsa
Indicesf. [sec. XIV; dal latino mensa].
1) Tavola sulla quale si mangia: mettersi, sedere a mensa; imbandire, mettere la mensa, apparecchiarla; levare la mensa, sparecchiare. Nella liturgia cattolica, la lastra superiore dell'altare.
2) Per metonimia, l'insieme delle vivande considerate nella loro quantità e qualità; il pasto: una mensa ricca, abbondante; preferire una mensa frugale; far mensa insieme, dividendo le spese. Fig.: mensa eucaristica, la comunione.
3) Organizzazione che allestisce i pasti per i membri di una comunità; anche il locale dove i pasti vengono consumati: mangiare alla mensa aziendale.
4) Nel diritto ecclesiastico, mensa vescovile, i beni ecclesiastici, che servono al sostentamento del vescovo e dei suoi familiari. Nella riorganizzazione dei benefici, la mensa vescovile non va confusa con i benefici parrocchiali; essa è tenuta al tributo per il seminario. Fanno parte della mensa vescovile anche gli utensili e i beni mobili in uso nella famiglia vescovile: di questi il vescovo deve compilare accurato inventario e aver cura della loro efficienza e conservazione. In caso di riduzione del territorio diocesano, le risorse economiche della mensa vescovile non devono subire la stessa sorte (Concordato lateranense, 1929).
5) Nella terminologia sindacale, con indennità di mensa si indica una erogazione prevista in gran parte dei contratti collettivi e modificabile attraverso la contrattazione locale e aziendale, corrisposta dal datore di lavoro ai lavoratori che non usufruiscono di un servizio di mensa aziendale, ritenuto necessario a causa della breve durata dell'intervallo che l'orario di lavoro consentirebbe per il pranzo meridiano. La giurisprudenza attuale che regola la materia colloca questa indennità in quella parte della retribuzione a carattere indiretto (relativa a specifici istituti contrattuali, come per esempio la tredicesima mensilità) che è aggiuntiva al compenso della diretta prestazione di lavoro.