lisèrgide
sf. [da liserg(ico)+-ide]. Sostanza allucinogena, dietilammide dell'acido lisergico, nota con la sigla LSD. Costituisce il nucleo di base nella struttura degli alcaloidi della segale cornuta, nessuno dei quali possiede tuttavia effetti allucinogeni altrettanto potenti. Assunta per via orale alla dose di.0,05 mg, produce, entro un'ora e per la durata di alcune ore, caratteristiche alterazioni della percettività, dell'affettività e del corso del pensiero. I cambiamenti dell'umore consistono inizialmente in uno stato di eccitazione, di ansia, di malessere indefinito, che in seguito si trasforma in uno stato di euforia ilare e incontrollata e quindi di beatitudine estatica. I mutamenti più caratteristici riguardano tuttavia la sfera percettiva: acuita sensibilità ai colori, percezione tridimensionale di immagini bidimensionali, illusioni visive e acustiche. Alterato è anche il senso del tempo, che sembra scorrere o troppo rapidamente o troppo lentamente. Il soggetto non perde la coscienza ma ha l'illusoria sensazione di essere “fuori” dal proprio corpo e di aver perso ogni contatto fisico con l'ambiente che, d'altra parte, gli appare irreale. Il pensiero è mutevole e acritico anche se sostanzialmente logico. Talora la lisergide produce soltanto ansia, agitazione, intensa depressione psichica, deliri di persecuzione o di grandezza, con tentativi inverosimili di camminare sull'acqua, di volare, ecc. Proprio per questo la lisergide è uno degli stupefacenti più pericolosi: sotto il suo effetto si può essere indotti ad atti di violenza contro se stessi e gli altri, a lanciarsi nel vuoto, ecc. Non meno gravi sono i danni legati all'uso prolungato: lesioni epatiche, lesioni cromosomiche con ripercussioni sui figli, mutamenti permanenti della personalità. Il meccanismo d'azione della lisergide, i cui effetti sulla percettività, sul carattere e sull'affettività ricordano molto da vicino il quadro della schizofrenia, è molto probabilmente connesso con la dimostrata attività del farmaco sui recettori del mediatore 5 idrossitriptamina, che sono stimolati da basse dosi di lisergide e inibiti da dosi più alte.