linfogranulòma

sm. (pl. -i) [sec. XX; linfo-+granuloma]. Condizione patologica del tessuto linfatico, di eziologia varia, caratterizzata da una proliferazione di tipo granulomatoso. Linfogranuloma maligno o linfogranulomatosi o granuloma maligno o morbo di Hodgkin, grave malattia del sistema reticoloendoteliale che comprende il sistema linfatico e talvolta interessa cute, fegato, meningi, muscolatura striata e polmoni. Si riscontra a tutte le età e presenta andamento cronico; lanatura del morbo è, per alcuni studiosi, di origine infettiva, per altri di origine tumorale. Le prime fasi del processo morboso sono caratterizzate dalla proliferazione uniforme e diffusa di elementi linfoidi e reticolo-endoteliali (granulomi), che cancella la normale architettura nodulare del tessuto linfatico. Successivamente si verifica un progressivo ingrossamento della milza, e a volte del fegato, e soprattutto dei linfonodi (che però non sono dolenti) con notevole tumefazione di gruppi di ghiandole; si hanno frequente astenia, dimagramento, febbre costante, prurito diffuso spesso precoce, anemia progressiva secondaria. La diagnosi si avvale di esami istologici che rivelano la presenza di cellule giganti polinucleate nei granulomi; la cura è basata sulla radioterapia e su antitumorali. Linfogranuloma venereo o linfogranulomatosiinguinale o malattia di Nicolas-Favre, infezionecontagiosa, dovuta al batterio Chlamydia trachomatis;si trasmette con il rapporto sessuale. Inizia con una lesione fugace e polimorfa, che spessoguarisce in pochi giorni e passa inosservata.Dopo 5-25 giorni si verifica unamassiccia invasione ghiandolare di solitoinguinale e monolaterale, accompagnatada febbre, brividi, dolori reumatoidi,malessere generale, leucocitosi,risentimento epatico e splenico.

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