linciàggio
sm. [sec. XX; da linciare]. Uccisione illegale di una o più persone, compiuta al di fuori di ogni procedura, sia pur sommaria, e contro ogni legge naturale e civile. Fig., persecuzione accanita volta all'annientamento di qualche cosa: linciaggio morale.§ Gli esecutori sono mossi al linciaggio in genere da grave arretratezza della loro coscienza etico-sociale e si basano su semplici sospetti o su una tragica distorsione di “giudizio”, presentandosi sotto il profilo giuridico come violatori non solo del diritto vigente ma dello stesso concetto di diritto. Il primo a instaurarne l'uso fu un certo Ch. Lynch, negli USA, al tempo della guerra d'indipendenza. In un primo tempo il linciaggio fu praticato soprattutto nelle zone di frontiera a Ovest, dove non esisteva autorità costituita. Successivamente divenne una delle armi tipiche della lotta razziale da parte di chi, specie nel Sud degli Stati Uniti, si opponeva con ogni mezzo (per esempio il Ku Klux Klan) all'emancipazione dei neri. Il linciaggio oggi è quasi del tutto scomparso. Secondo i dati forniti dal Tuskegee Institute fino al 1940 sarebbero stati effettuati ca. 2000 linciaggi. Da tale data fino al 1960 altre 50 persone sarebbero state uccise in tale maniera barbara. Per gli anni successivi si parla di casi sporadici.