Lessico

sm. [sec. XIV; da lampare].

1) Emissione luminosa intensa e di brevissima durata, di colore bianco-rosa o bianco-azzurro, che accompagna una scarica elettrica atmosferica: il cielo era solcato da lampi continui; lampo sismico, bagliore che si manifesta talvolta in vicinanza del suolo durante i terremoti; lampo verde, vedi raggio. Nella loc. fig.: dopo il lampo viene il tuono, per ammonire che le minacce sono normalmente seguite dall'azione, dai fatti concreti.

2) Per estensione, ogni emissione luminosa breve e intermittente; bagliore: il faro emette dei piccoli lampi a intervalli uguali. Fig., di cosa velocissima, che avviene, che passa con estrema rapidità: è veloce come un lampo; in un lampo, in un istante, in un tempo brevissimo. Riferito a quanto si presenta alla mente o allo spirito come un guizzo di luce viva e improvvisa: un lampo di gioia; un lampo di genio, intuizione improvvisa che illumina e risolve una situazione.

3) In fotografia, equivalente di flash: lampo al magnesio.

4) Usato con valore di agg. inv., posposto al sostantivo, indica qualche cosa che si svolge in un tempo brevissimo, rapidissimo, veloce: un matrimonio lampo; una visita lampo; telegramma lampo, urgentissimo, con precedenza su tutti gli altri; guerra lampo, che si svolge e si conclude con grande rapidità; chiusura (o cerniera) lampo, vedi chiusura.

Meteorologia

Il lampo è un qualsiasi fenomeno luminoso visibile che accompagna di solito le scariche elettriche nell'atmosfera come il fulmine o altre elettrometeore. I lampi più frequenti sono quelli lineari o a scintilla, che hanno l'aspetto di linee sinuose e ramificate; la loro lunghezza varia tra qualche centinaio di metri e alcuni chilometri, la durata è di qualche millesimo di secondo. Molto più rari i lampi (o fulmini) a rosario e quelli globulari: questi ultimi si producono solo in aria fortemente ionizzata e si presentano come sfere luminose che si spostano orizzontalmente per parecchi secondi per poi esplodere con grande fragore (a volte però non si percepiscono rumori), mentre i lampi a rosario hanno l'aspetto di una successione di masserelle luminose tondeggianti e si possono considerare come forme intermedie tra i lampi lineari e quelli globulari. I lampi diffusi sono bagliori senza forma definita che si producono per scariche elettriche entro nubi o per scariche che avvengono al di sotto dell'orizzonte; sono di questo tipo i lampi che si osservano durante le notti serene estive e che vengono impropriamente chiamati lampi di calore.

Fotografia

Il lampo offre maggiori vantaggi rispetto alle usuali lampade survoltate. Infatti, tra l'altro, la rapidità del lampo consente di “fermare” oggetti in movimento, l'attrezzatura è di piccolo ingombro e facilmente portatile, si evita il forte riscaldamento dovuto alle lampade a incandescenza e il consumo di energia elettrica è molto ridotto. I primi lampi si ottenevano bruciando della polvere di magnesio su di un piattello con riflettore; nel 1893 C. H. Chauffour realizzò la prima lampada al magnesio, successivamente perfezionata da Vierkötter nel 1925 e da Ostermeier nel 1929, che usarono quale combustibile, il primo, polvere di magnesio e, il secondo, nastro di alluminio. Il sistema di accensione, inizialmente costituito da un filamento metallico reso incandescente dalla corrente fornita da una pila, è basato sulla scarica di un condensatore elettrico, che viene ricaricato da una pila tra un lampo e l'altro; una volta usata, la lampada è inservibile. I notevoli perfezionamenti apportati ai lampi elettronici hanno reso obsolete le lampade lampo; introdotti da M. Laporte nel 1935, i lampeggiatori elettronici (più noti col nome di flash) sono costituiti da un circuito (alimentato da pile o accumulatori, o anche dalla rete), che carica un condensatore ad alta tensione. La scarica del condensatore in un tubo allo xeno provoca l'emissione del lampo, di durata generalmente compresa tra 1/1000 e 1/10.000 di secondo, che si può ripetere per moltissime volte, con la stessa intensità, senza cambiare la lampada; l'intervallo tra un lampo e quello successivo è determinato solo dal tempo di ricarica del condensatore. La breve durata del lampo impone un'accurata sincronizzazione con l'apertura dell'otturatore, in particolare per quelli a tendina. Quasi tutte le moderne macchine fotografiche hanno un lampo elettronico incorporato, di limitata potenza.

Quiz

Mettiti alla prova!

Testa la tua conoscenza e quella dei tuoi amici.

Fai il quiz ora