irrigatóre

agg. e sm. (f. -trice) [sec. XVII; da irrigare].

1) Che, chi irriga: canale irrigatore.

2) Apparecchio che negli impianti di irrigazione a pioggia permette di proiettare l'acqua a distanza e sotto forma di minute gocce. Essenzialmente si compone di un breve tronco di tubo a inclinazione variabile, collegato a un condotto d'acqua a pressione e munito di uno o più ugelli il cui getto, incontrando un apposito dispositivo rompigetto, viene frantumato e costretto ad allargarsi a ventaglio, per cui l'acqua si distribuisce uniformemente lungo il tratto di gittata sotto forma di pioggia. Fra i vari tipi di irrigatore i più diffusi sono quelli mobili rotanti (spruzzatori), i quali ruotano su se stessi in modo da rivolgere il getto d'acqua successivamente in tutte le direzioni, per un determinato angolo o per l'intero giro. Il movimento si può ottenere mediante particolari congegni meccanici che funzionano a spese dell'energia cinetica del liquido o, più semplicemente, sfruttando la reazione d'afflusso del getto (mulinello idraulico).

3) In terapia, apparecchio in vetro, metallo o materia plastica, di forma tubolare e di calibro variabile secondo gli usi, impiegato per l'introduzione di liquidi e soluzioni medicamentose in cavità od organi; i tipi più usati sono gli irrigatori vaginali e quelli congiuntivali.