iperfagìa
sf. [iper-+-fagia]. Aumento smodato dell'introito alimentare. La si riscontra nell'iperalimentazione di origine psichica (bulimia) e come sintomo delle crisi ipoglicemiche. Se cronica causa un aumento notevole del peso corporeo. La terapia è sovente più psicologica che farmacologica. § L'iperfagia si riscontra anche negli animali da esperimento ai quali sia stata procurata una lesione nella regione centrale dell'ipotalamo, in cui ha sede il centro della sazietà. Un ratto iperfagico, tuttavia, da un punto di vista comportamentale, pur mangiando molto più di uno sano, non si mostra affamato quanto un ratto sottoposto a digiuno e rinuncia molto facilmente a nutrirsi se per raggiungere il cibo deve superare una grata elettrificata o se il cibo è additivato con sostanze di sapore sgradevole, come, per esempio, il chinino, e perfino se il cibo presenta un sapore estraneo.