impaginazióne
sf. [sec. XIX; da impaginare]. Atto, effetto dell'impaginare. § Nell'industria grafica e nell'editoria, il termine indica due fasi di lavoro successive e strettamente connesse. La prima è eseguita da un redattore o da un grafico e consiste nella progettazione dello stampato (determinazione del formato di pagina, della giustezza del testo, del corpo dei caratteri, ecc.) e nel conseguente coordinamento concettuale ed estetico dei suoi componenti (testo, illustrazioni, titolazioni, spazi bianchi, ecc.) che si concreta nella confezione del menabò. La seconda è eseguita in tipografia e consiste nel disporre, nel formato di pagina previsto e seguendo le indicazioni del menabò, il testo composto, le matrici delle illustrazioni, le didascalie, i numeri di pagina, i titoli, ecc. Con lo sviluppo della grafica al calcolatore queste operazioni sono eseguite più velocemente e più agevolmente anche al computer. § In particolare, nella realizzazione di un giornale, la fase preliminare dell'impaginazione consiste nella stesura del menabò delle pagine al quale adeguare testi, fotografie e impianti pubblicitari fotocomposti. È altresì possibile comporre pagine intere attraverso la videoimpaginazione. I criteri dell'impaginazione sono vari e rispondono essenzialmente alla necessità di una veste grafica statica o dinamica. Nel primo caso l'impaginazione avviene per modelli stereotipati ai quali ci si attiene ogni giorno. Nel secondo caso è l'importanza delle notizie a decidere la disposizione degli spazi sulla pagina. Una variante a questi criteri è costituita da un'impaginazione statica che preveda però una varietà di modelli di pagina, adattabile a diverse esigenze. Altra variabile è data dall'impaginazione a incastro (chiamata anche “classica” o italiana) o a blocchi. La prima viene realizzata disponendo irregolarmente i pezzi e incastrandoli, secondo criteri grafici prestabiliti. L'impaginazione a blocchi consiste nella collocazione dei pezzi in spazi rettangolari combinati secondo criteri geometrici. I criteri sopra esposti contribuiscono a stabilire anche il formato e la gabbia (numero e dimensione delle colonne e dei moduli) dei giornali.