ficta, musica-
Redazione De Agostini
espressione latina (musica fittizia) utilizzata per indicare, nei sec. X-XV, composizioni che includevano note alterate e dunque estranee a quelle individuate dalla scala diatonica proposta da Guido d'Arezzo. Tali note erano indicate con un sistema di segni (accidenti) dai quali sono derivati, pur con valore assai differente, i moderni segni di alterazione: bemolle, bequadro e diesis.