felibrismo
sm. [sec. XIX; da felibro]. Movimento letterario sorto in Provenza nel 1854 a opera di un gruppo di sette poeti (Mistral, Aubanel, Roumanille, Brunet, Mathieu, Tavan e Giéra) che si proponevano di riportare all'antico splendore trovadorico la lingua e la poesia occitanica. Preparato nel Settecento e nel primo Ottocento dall'attività poetica, linguistica e storiografica di scrittori come Millot, Jean-Baptiste Favre, Fabre d'Olivet, dalla fondazione di scuole poetiche nelle principali città del Sud e dai congressi di Arles e di Aix (1852 e 1853), il felibrismo si estese a tutta la Francia meridionale e alla Catalogna. La denominazione di “felibri” che si attribuirono i fondatori fu ricavata da un canto popolare in cui si evoca Gesù emé li sèt félibre de la loi (tra i sette dottori della legge). La scuola si propose l'unificazione, in parte realizzata, dell'ortografia e della lingua e la sua diffusione attraverso la pubblicazione dell'Armana prouvençau. Ma è soprattutto l'opera poetica di Mistral che diede vitalità al felibrismo. Nonostante si verificassero in seguito divisioni tra correnti contrastanti, il felibrismo continuò a esercitare la sua influenza sulla letteratura occitanica.