epìllio

sm. [dal greco epýllion, dim. di épos, epopea]. Componimento poetico in esametri che nella letteratura alessandrina prende il posto del grande poema epico, del quale conserva il metro (l'esametro) ma da cui si differenzia per la brevità, la grazia dell'argomento, la finezza d'ogni particolare e l'eleganza dell'insieme. Fu codificato da Callimaco di Cirene con il poemetto Ecale, al quale si ispirarono anche Teocrito e Mosco. A Roma l'epillio fu adottato dai poeti neoteroi (Catullo: Epitalamio di Peleo e Tetide; Cinna: Zmyrna).

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