elettrotermìa
sf. [elettro-+-termia]. Settore dell'elettrotecnica che studia i processi di trasformazione dell'energia elettrica in calore e i relativi impieghi. Il campo di applicazione dell'elettrotermia va perciò dalle apparecchiature per la produzione di temperature relativamente basse, che sfruttano in generale lo sviluppo di calore per effetto Joule in opportuni resistori (elettrodomestici, forni per trattamenti termici particolari che richiedono una regolazione molto fine della temperatura, ecc.), a quelle impiegate in elettrometallurgia (forni ad arco, a resistenza, a induzione), che richiedono temperature molto elevate e comportano l'impiego di potenze considerevoli, agli impianti per processi elettrolitici ad alta temperatura su metalli (alluminio, magnesio, sodio, ecc.). L'elettrotermia, che sul piano tecnico presenta numerosi vantaggi (regolazione fine e rapida della temperatura, facilità di installazione degli utilizzatori, manutenzione ridotta), trova i suoi limiti di applicazione, dove non sia insostituibile come nei processi elettrolitici ad alta temperatura, nel fattore economico, in quanto è assai più costoso ottenere calore trasformando energia elettrica che bruciando combustibili.