economìa circolàre
Modello economico che si ispira al funzionamento degli organismi biologici in cui le sostanze nutrienti, una volta elaborate e sfruttate, vengono reinserite nel ciclo biologico. Da questa impostazione deriva il concetto di “ciclo chiuso” il cui funzionamento si basa su processi di autorigenerazione in analogia a quelli presenti nei sistemi biologici. Elaborata a partire dagli anni Settanta del XX secolo, essa si pone come obiettivi l'estensione della vita dei prodotti, la fabbricazione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione dei rifiuti. L’espressione, se da un lato fa riferimento a una concezione alternativa della produzione industriale e del consumo di beni e servizi da parte del pubblico, dall’altro pone in discussione il ruolo della finanza, del danaro e degli stessi parametri di valutazione economica a partire dalla nozione di PIL (prodotto interno lordo). Il concetto di economia circolare mira dunque a costituire un nuovo paradigma per il pensiero economico e sociale, e i suoi fautori sostengono la validità del suo modello come soluzione ottimale per far fronte alla fine dell'era dei combustibili fossili. Fra i principi basilari dell’economia circolare vanno indicati l’approccio diverso nei confronti dei rifiuti, considerati non più uno scarto ma un’importante risorsa; la resilienza, la versatilità e l’adattabilità come condizioni indispensabili a contrassegnare i prodotti che devono, grazie alla ricerca sui materiali e il design sostenibile, garantire una lunga durata nel tempo; la riduzione dello spreco attraverso politiche di condivisione e ottimizzazione dello sfruttamento; l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili.