deutèrio
sm. [sec. XX; da deutero-]. Isotopo dell'elemento chimico idrogeno, di numero di massa 2, che si indica con il simbolo D o con quello ²H. Il deuterio e il trizio sono gli unici isotopi di un elemento a ricevere un nome e un simbolo chimico a sé: ciò è dovuto al fatto che il deuterio si differenzia abbastanza nettamente dall'idrogeno di massa 1 o prozio nelle proprietà fisiche e anche nella velocità con la quale l'uno e l'altro danno luogo alle diverse reazioni chimiche. Tale comportamento si spiega con il fatto che, mentre il deuterio ha un peso atomico doppio di quello del prozio, i diversi isotopi degli elementi di peso atomico elevato presentano modeste differenze percentuali di peso atomico. Il deuterio puro si ottiene dall'acqua pesante con gli stessi metodi che si usano per ricavare il comune idrogeno dall'acqua; trova impiego nell'industria nucleare. § In astronomia, deuterio cosmologico. A partire dai primi 3 minuti dal big bang iniziale, si ritiene che la temperatura dell'Universo sia discesa a sufficienza per consentire la combinazione stabile di protoni e neutroni in nuclei di deuterio. L'ulteriore raffreddamento del fluido cosmologico, conseguente alla rapida espansione dello spazio, ha consentito subito dopo, e a spese del deuterio, l'avvio di quelle reazioni di nucleosintesi che, nel giro dei 12 minuti successivi, hanno dato origine all'elio nella proporzione che oggi generalmente si osserva, del 25% rispetto al contenuto in idrogeno. L'attuale quantità di deuterio di origine cosmologica riveste profonde implicazioni nella modellistica dell'Universo, giacché la teoria prevede che nel modello “aperto”, ad ogni 105 nuclei di elio sintetizzati sia residuato un nucleo di deuterio. Il rapporto salirebbe a 1010 nel caso del modello “chiuso” ove le reazioni di sintesi, con ogni probabilità, ebbero durata più lunga. Peraltro, l'analisi di una nube gassosa assai remota dalla nostra Galassia, effettuata con il telescopio Keck (1994), ha rivelato un rapporto rispetto all'idrogeno pari a 2 nuclei di deuterio su 10.000, favorendo in tal modo la prima situazione.