del Toro, Guillermo
Regista e sceneggiatore cinematografico messicano (Guadalajara, 9 ottobre 1964). Appassionato di cinema sin dalla giovane età e attratto dai film di mostri e animazione (come Il mostro della laguna verde), produce i primi cortometraggi negli anni di frequentazione del Centro de Investigación y Estudios Cinematográficos (Dona lupe, 1986 e Geometria, 1987); si specializza inoltre nel reparto trucco ed effetti speciali seguendo le lezioni di Dick Smith a New York e nel 1985 fonda la casa di effetti speciali Necropia. Supervisiona numerosi film e serie per la televisione messicana e stringe amicizia con autori quali Alfonso Cuaròn, gettando le basi per il movimento della new wave cinematografica del Messico. Il debutto nel cinema avviene con Cronos (1993), fiaba horror-gotica in cui un antiquario si trasforma in un vampiro dopo essere stato punto da un insetto: il film introduce al pubblico le atmosfere magiche e macabre, e prefigura i temi dell’innocenza perduta e dell'amicizia tra diversi che diventeranno il marchio di fabbrica del regista. Il film, prima collaborazione con l’attore Ron Perlman, viene presentato al Festival di Cannes dove vince la Camera d’Or. Mimic (1997) è la prima produzione americana del regista, una storia di fantascienza dal sapore horror che omaggia i B-Movie con cui è cresciuto e il cui successo apre le porte per due sequel. El espinazo del diablo (2001, La spina del diavolo) riporta Del Toro a una produzione messicana e sposa per la prima volta la ricostruzione storica al gusto per il fantastico e l’horror: la guerra civile spagnola viene infatti raccontata dalla prospettiva di un bambino introdotto in un orfanotrofio infestato da presenza spiritiche. La saggia alternanza di brivido e tenerezza fa breccia nella critica e consacra il regista a nuovo autore internazionale. Blade II (2003) lo vede alle prese con una produzione milionaria per l’adattamento di un personaggio dei fumetti della nota casa di fumetti Marvel. Il successo commerciale dell’operazione porta la Columbia Pictures ad affidargli la regia di Hellboy (2004), trasposizione del supereroe dall’ambigua natura demoniaca creato da Mike Mignola: il mix di introspezione psicologica, atmosfere gotiche e grande spettacolo vengono accolti favorevolmente da critica e pubblico e permettono a Del Toro di riprendere il personaggio in Hellboy II: the golden army (2008), film ancora più spettacolare e personale del precedente. El laberinto del fauno (2006, Il labirinto del fauno) riprende la commistione di storia e fantastico de La spina del diavolo, ambientando il percorso di maturazione di una giovane ragazza sullo sfondo delle lotte partigiane nella Spagna franchista e inanellando un carosello di creature grottesche dal forte valore iconico. Considerato da molti il capolavoro del regista, il film conquista il plauso della critica e tre premi Oscar per la fotografia, il trucco e gli effetti speciali. Pacific Rim (2013) unisce la passione del regista per i film di mostri giapponesi della tradizione kaiju con la fantascienza in uno spettacolare tripudio di effetti speciali e diventa il più grande successo commerciale della sua carriera. Negli stessi anni viene coinvolto come sceneggiatore e regista nella produzione della trilogia fantasy dedicata a Lo Hobbit di J.R.R.Tolkien, ma a causa dei continui ritardi nella fase di preparazione decide di abbandonare il progetto. Crimson Peak (2015), progetto cullato dal regista per quasi dieci anni, è un horror dalle atmosfere gotiche e vittoriane forte di un cast di grande richiamo (vi prendono parte Mia Wasikowska, Tom Hiddleston e Jessica Chastain), che omaggia il filone della case infestate e conferma l’attenzione dell’autore per la costruzione di ambienti e atmosfere di forte impatto visivo. The shape of water (2017, La forma dell’acqua) è una rivisitazione personale e commossa de La bella e la bestia, dove l’amore tra un'inserviente muta e un mostro marino imprigionato in un centro di ricerca diventa un omaggio sentito ai diversi e ai reietti della società, ambientato sullo sfondo dell’America puritana e perbenista degli anni '50. Il film conquista il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia e 4 premi Oscar, tra cui quello per il miglior film e regia. Oltre alla sua attività di regista e sceneggiatore, Del Toro ha fondato nel 2010 assieme al collaboratore di vecchia data Guillermo Navarro i Mirada Studios, incentrati sull’arte dello storytelling. Autore in costante bilico tra esigenze autoriali e spettacolo di grande pubblico, ha sviluppato una poetica personale fortemente imparentata con il fantastico e il macabro, in cui figure archetipiche come il mostro e il “diverso” diventano specchio dei limiti e delle contraddizioni della società.