creatóre

Lessico

sm. (f. -trice) [sec. XIII; latino creātor-ōris].

1) Chi crea, detto di Dio: “credo in Dio... re degli enti e creatore” (Campanella); andare al Creatore, morire; mandare al Creatore, far morire. Per estens., chi inventa, produce cose nuove; ideatore, fondatore: il creatore del teatro moderno; un famoso creatore di moda. Anche agg.: la mente creatrice di Dio; ingegno creatore.

2) Nelle tecnologie meccaniche, utensile, detto anche fresavite, costituito da una fresa con i denti disposti su un'elica cilindrica. Il creatore viene usato su adatte dentatrici (sistema Pfauter) per costruire ruote dentate a denti diritti o elicoidali.

Religione

Il Creatore è figura ricorrente nei miti cosmogonici di molte religioni prepoliteistiche, e riconoscibile a volte anche nei tratti essenziali di certe divinità delle religioni politeistiche. Egli agisce in miti di creazione come protagonista assoluto, ma non gli viene tributato nessun culto. È come se, una volta portata a termine la creazione (del mondo, degli animali, degli uomini e delle loro istituzioni, ecc.), egli divenisse “ozioso”, ovvero entrasse in una condizione d'incapacità d'intervento sul creato, e pertanto sarebbe inutile rivolgergli un culto con la speranza di ottenerne il soccorso. D'altra parte la sua incapacità d'intervenire diventa garanzia dell'immutabilità e stabilità del mondo, base necessaria per la costruzione di una cultura permanente, e cioè per un sistema stabile di valori che permetta l'esistenza e lo sviluppo di una comunità umana. L'attività creatrice che lo qualifica fa di lui un essere trascendente il mondo (egli è il “creatore” e il mondo è il “creato”); e in ciò si distingue dall'Essere Supremo attivo, che invece viene identificato con il mondo stesso e pertanto è a esso immanente. In astratto si può dire che la trascendenza del Creatore, unita all'attività dell'Essere Supremo, dia la forma essenziale di un dio unico trascendente, quale ci è stato consegnato dalla religione ebraica.