conclave
sm. [sec. XIV; dal latino medievale conclave, propr. stanza chiusa a chiave]. Riunione dei cardinali in un luogo isolato e custodito sotto chiave per eleggere il papa. Per estensione, scherzoso, riunione. § La prima elezione pontificia avvenuta in conclave è quella di Innocenzo V (1276), essendo stato il suo predecessore, Gregorio X, a prescrivere nella costituzione Ubi periculum, promulgata durante il II Concilio di Lione (1274), che i cardinali dovessero eleggere il papa in un luogo chiuso a chiave, senza possibilità di contatti con il mondo esterno ed entro uno spazio di tempo limitato da particolari accorgimenti relativi alla distribuzione del vitto. Le norme in vigore furono stabilite nelle linee generali da Pio XII (costituzione Vacantis Apostolicae Sedis, dell'8 dicembre 1945) e poi ridefiniti da Giovanni XXIII (motuproprioSummi Pontificis electio, del 5 settembre 1962) e da Paolo VIproprio Ingravescentem aetatem, 21 novembre 1970, costituzione apostolica Romano pontifici eligendo, 1º ottobre 1975). Le norme stabilite da Giovanni Paolo II (costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, 22 febbraio 1996), se da un lato aboliscono gli aspetti più vistosi dell'isolamento dei porporati (come la chiusura cum clave), dall'altro accentuano la regola del segreto e la proibizione di avvicinare i cardinali nei loro spostamenti verso la Cappella Sistina. Inoltre, mentre è abolita l'elezione “per acclamazione”, si danno regole molto dettagliate per i casi di grave stallo. Il conclave si svolge nella Cappella Sistina, vicino alla quale vengono sistemate le celle dei cardinali. La parte dei palazzi pontifici adiacente alla zona del conclave viene isolata. La sicurezza e la chiusura esteriore sono affidate alla cura del governatore e maresciallo del conclave. L'elezione si svolge per mezzo di scrutini segreti – due o quattro al giorno – il cui risultato viene annunciato all'esterno mediante le “fumate”: nere in caso di votazioni infruttuose, bianca nel caso di elezione raggiunta. All'elezione è necessaria una maggioranza dei due terzi dei voti (Paolo VI nel 1975 aveva stabilito due terzi più uno); qualora non si addivenisse all'elezione entro il trentesimo scrutinio, i cardinali elettori possono decidere di eleggere il papa con la semplice maggioranza assoluta dei voti. Il conclave termina con l'accettazione del papato da parte del cardinale eletto, seguita dalla proclamazione del suo nome dalla loggia centrale della basilica di S. Pietro.