casta
IndiceLessico
sf. [sec. XVI; sp. e portoghese casta, razza pura, dal latino castus, casto].
1) Gruppo sociale, cui si appartiene per nascita, ordinato gerarchicamente, con una specializzazione ereditaria di mestiere e con divieto di contatto tra le caste superiori e quelle inferiori.
2) Per estensione, categoria di persone che per nascita, per ceto sociale o per la professione esercitata si ritiene separata dagli altri e perciò gode o pretende di godere di particolari privilegi: la casta dei nobili era rapidamente decaduta.
3) In biologia, ciascuno dei gruppi di individui che svolge funzioni diverse nelle società collettiviste degli insetti sociali, principalmente Imenotteri (api, vespe, formiche) e Isotteri (termiti). Vi sono individui fecondi (una regina negli Imenotteri, una coppia reale negli Isotteri) e individui sterili (operai e soldati). Ai primi spetta il compito della riproduzione, ai secondi spettano le mansioni più diverse, dall'approvvigionamento alla nutrizione delle larve, dalla regolazione della temperatura e dell'umidità alla difesa della società. A questa divisione dei compiti corrisponde una differenziazione determinata geneticamente solo in rari casi e quasi sempre dovuta a influenze ambientali (per esempio nutrizione). La varietà di tipi morfologici è massima nelle termiti.
Antropologia
Un esempio castale classico si configura nelle caste dell'Indiadove regolatrice di quel diritto è la stessa gerarchia brahmanica, assicurando così la continuità secolare all'istituzione. Il termine indiano varṇa (colore) fa supporre un motivo razziale alla base del sistema (gli Ārya erano biondi e di carnagione chiara, mentre i Dravida erano scuri). Nella prima epoca vedica (ca. 2000 a. C.) le caste non erano ben definite, ma in tardo periodo vedico (600-200 a. C.) erano già ereditarie e costituivano vere e proprie corporazioni di mestieri. Fondamentalmente erano: brāhmana (sacerdoti e studiosi dei Veda), kṣatriya (politici e guerrieri), vaiśya (artigiani e commercianti), sūdra (servi) e i “fuori casta”, cioè gli intoccabili o paria (da Parayan, gruppo etnico della regione di Madras). In seguito aumentarono molto di numero, basandosi su una minuziosa classificazione dei mestieri. Cambio di professione, matrimoni misti e perfino pasti in comune erano vietati. Il sistema castale è già presente nei codici Manu e Yājñavalkya e influenzerà talora l'entità e il genere delle pene (per esempio la casta brahmanica non era passibile di mutilazioni corporali). Comunque le caste furono, grazie alla loro rigida chiusura, un ottimo mezzo di difesa passiva degli hindū contro gli invasori musulmani. Il contatto con le idee occidentali, l'avvento dell'industrializzazione, l'opera svolta da tanti riformatori (tra cui Gandhi) dall'Ottocento in poi, ha portato all'abolizione delle caste de iure. De facto, invece, il sistema perdura, almeno nelle piccole città e nei villaggi. Una modificazione alla rigida endogamia di ciascuna casta si ha con l'istituto della ipergamia che prevede la possibilità per l'uomo, e non per la donna, di sposare una persona appartenente a una sottocasta inferiore. Simili ordinamenti sociali si ritrovano a Srī Lanka e in Iran, mentre in alcune parti della Polinesia si hanno regole meno rigide, esistendo la possibilità di un passaggio da una casta all'altra, per esempio tramite l'adozione.
Sociologia
In senso sociologico, la nozione di casta è talvolta riferita alle società occidentali con intenzione polemica, a denunciare la sopravvivenza di una rigida e gerarchica stratificazione sociale. Una casta è però propriamente tale se l'appartenenza a essa è attribuita per nascita e se è sostanzialmente preclusa ai suoi membri la possibilità di fuoriuscirne attraverso meccanismi di mobilità sociale (istruzione, carriera, guadagno, ecc.). Si può perciò sostenere che la collocazione in un sistema di caste conferisce all'individuo uno status non modificabile, ascritto e che rinvia a un ordine gerarchico fondato sul principio di diseguaglianza formale, culturalmente accettata e – il più delle volte – sancita per legge. Un sistema di caste si differenzia perciò da un sistema di classi, che assegna lo status sociale in base alla capacità individuale di soddisfare determinate aspettative e riconosce il diritto alla mobilità (anche se reso nei fatti difficile dall'operare di sistemi di diseguaglianza informali, basati per esempio sulla ricchezza e il potere).