buonavòglia
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(popolare bonavòglia), sf. e m. (pl. f. buonevòglie) [sec. XIV; da buono +voglia].
1) Sf. raro, disposizione favorevole, buona volontà, impegno: la buonavoglia non manca; di buonavoglia, con piacere oppure con impegno. Più comune la grafia separata buona voglia.
2) Sm. inv. antico: nei secoli passati, colui che vendeva il proprio lavoro come rematore sulle galere, riducendosi praticamente a uno stato servile.
3) Per estensione, chi volontariamente accetta un incarico cui non è tenuto; in particolare, giovane medico che presta servizio gratuito negli ospedali; in Toscana, chi senza obbligo presta servizio gratuito nella Compagnia della Misericordia. Ironico, fannullone.